Dormire a Tempio Pausania: 13 motivi per farlo

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Dormire a Tempio Pausania, ecco #13 motivi per farlo

La Sardegna è un’isola meravigliosa, ancor più lo è tutta la zona che si estende attorno a Tempio Pausania.

Se vieni a visitare questa meravigliosa città e cerchi dove dormire, tieni a mente quali devono essere le caratteristiche principali di un bed and breakfast situato a Tempio Pausania.

Così facendo, potrai assicurarti la massima comodità nell’usufruire dei servizi che la città offre, e potrai garantirti la raggiungibilità dei vari luoghi meravigliosi che sono presenti nel circondario della città.

Oltre ai servizi offerti dal B&B, valuta bene anche la posizione.

 

Bene, se hai deciso di dormire a Tempio Pausania, ecco i #13 motivi per farlo.

#1 Piazza Gallura e Municipio

La vasta area che costituisce il centro della città, è stata ricavata per la massima parte dal chiostro e dalla chiesa del convento delle monache cappuccine, fondato nel XVII secolo e demolito a metà dell’Ottocento per la costruzione del palazzo del municipio e di piazza Gallura, sulla cui superficie è stata recentemente riprodotta, a raso, la pianta dell’antica chiesetta.

Sulla piazza si affaccia l’ex Seminario vescovile, palazzo settecentesco già dei marchesi Pes di Villamarina, il più noto dei quali, don Giacomo, fu vicerè di Sardegna dal 1816 al 1818.

#2 Teatro del Carmine

Il Teatro Civico del Carmine sorge sull’area dell’antica Chiesa della Madonna del Carmine situata nell’omonima piazza e adiacente al Chiostro degli Scolopi. Il progetto venne realizzato nel 1928 dall’ingegnere Aldo Faconti, fortemente voluto dalla pubblica amministrazione e da un gruppo di cittadini benemeriti (la “Società dei dieci”) desiderosi di dare a Tempio un teatro stabile.

L’inaugurazione avvenne il 20 febbraio del 1929 con la rappresentazione dell’opera Lucia di Lammermor di Gaetano Donizetti; nel 1930, dopo aver ospitato il tenore tempiese Giovanni Manurrita fu accolto in modo trionfale Bernardo De Muro.

In seguito l’edificio fu utilizzato per la rappresentazione di spettacoli più popolari fino a quando, nel corso degli anni ’50 con l’avvento del cinema e della televisione, il teatro si avvia a un lento declino che culminerà con l’uso dell’edificio come sala da ballo in occasione dell’evento del Carnevale Tempiese.

Dopo una lunga attività concertistica il Teatro fu chiuso nel 1991. Dopo un intenso lavoro di restauro che ha consentito di recuperare il suo aspetto originario, fu restituito agli abitanti della Gallura il 18 ottobre del 2001.

#3 Stazione ferroviaria vecchia

La vecchia stazione ferroviaria di Tempio Pausania fu costruita nel 1931, con il tradizionale modello a stazione di transito, che rivolge la facciata principale al centro abitato e si colloca in maniera parallela ai binari; l’edificio ha un bel prospetto definito da cornici e aperture in perfetta corrispondenza con quelle che ridanno sulla strada ferrata, completato da una bellissima pensilina in ferro.

La cura dei dettagli è evidente nell’utilizzo dei mattoni a contrasto con l’intonaco e le parti delle strutture portanti in tipico granito sardo, nei dipinti delle lunette e nelle fasce geometriche che evidenziano le pareti, nelle scritte di servizio e negli arredamenti, non conservati proprio benissimo.

È degna di nota la parte delle decorazioni realizzate da Giuseppe Biasi, che dipinse le pitture degli interni.

I dipinti, in parte perduti per via dell’erosione del tempo, rappresentano scene di vita campestre sarda e a momenti di vita quotidiana della città di Tempio Pausania, caratterizzate da vaste stesure di colore, sia cupo che vivace e brillante.

#4 Convento degli Scolopi

Gli scolopi, nel 1665, avevano istituito, dietro sollecitazione della municipalità e della nobiltà tempiesi, un collegio gratuito, in cui veniva impartito insegnamento inferiore e superiore ai giovani di tutta la Gallura.

L’edificio seicentesco, pur rimaneggiato nel tempo, conserva la sua imponente struttura. Attualmente ospita la Biblioteca Comunale “Giovanni Maria Dettori”, sede del Sistema Bibliotecario dell’Anglona e della Gallura(SBAG)  comprendente 22 comuni delle provincie di Olbia-Tempio.

Nella scuola degli Scolopi, che ebbe il merito di riscattare il territorio dall’analfabetismo allora imperante, hanno studiato personaggi illustri, dal più grande poeta gallurese, Don Gavino Pes (1724-1795) al teologo Giovanni Maria Dettori (1773-1836), maestro di Vincenzo Gioberti all’Università di Torino.

#4 Carnevale di Tempio Pausania

Il Carnevale di Tempio è un carnevale storico, unico nel suo genere in Sardegna, ripetutamente imitato e clonato ma irraggiungibile nello spirito, nell’animazione, nel coinvolgimento e nella spettacolarità. Un evento sentito e atteso dalla popolazione locale, la cui tradizione affonda le sue radici in un profondo passato che ha lasciato traccia in vari documenti il più antico dei quali risale alla prima metà dell’800.

Un documento di straordinaria rilevanza che, oltre a dare notizia dello svolgimento dei veglioni mascherati, informa che lo svolgimento del Carnevale a Tempio era già da allora attività di grande rilevanza e coinvolgimento popolare.

Un rito che però non è rimasto nel tempo uguale a sé stesso ma si è rinnovato di continuo, adattandosi alla evoluzione dei tempi che hanno innestato nel sostrato originario, di stampo autoctono, contaminazioni esterne che lo hanno reso diverso da quello della prevalente tradizione isolana. La definitiva scomparsa del carnevale tradizionale si ha nella seconda metà del Novecento.

Negli Anni Sessanta comincia una vera e propria rivoluzione organizzativa, di comunicazione e di immagine, che in pochi anni trasforma una festa di antica tradizione, da semplice festa popolare in un vero e proprio fenomeno di costume, catapultando il nome della cittadina Tempiese oltre i confini dell’Isola. L’autore della Rivoluzione, Salvatore Muzzu, porta con sè dal “continente italiano” una ventata di novità, dando inizio alla nuova era del carnevale tempiese e, di riflesso, gallurese.

Lo spirito surreale e fantastico, goliardico e giocoso tipico di questa manifestazione, amata dai grandi e dai piccini, viene incarnato dalle sfilate e dai corsi mascherati, animati dai mastodontici e colorati carri allegorici di cartapesta, magistralmente realizzati, che sfilano  lungo il circuito carnevalesco, tra due ali di folla festante e incantata.

#5 Piazza Faber

In Piazza Mercato, a monte di Via Mannu, si trova il palazzo della Ex Me, costruito nel 1663 dal viceré Condè di Altamira. Inizialmente ospitava la vecchia prigione della città, ma nei primi anni del XX secolo, è stato utilizzato come mercato. Oggi ospita l’Ufficio Turistico Comunale ed è il luogo ideale per mostre e conferenze.

Nel 2016 Piazza Mercato diviene Piazza Faber, un”installazione, leggera e mutevole, progettata dallo studio di architettura Alvisi Kirimoto e i suoi partners insieme a Renzo Piano, al quale si deve l’idea dell’intervento. L’opera vuole essere anche un omaggio alla luce e al colore del paesaggio della Gallura, valorizzando allo stesso tempo la stessa piazza dedicata a Fabrizio De André.

Le “12 matite colorate” sospese in aria, hanno sullo sfondo la cortina di edifici in pietra e le arcate del vecchio mercato. L’idea di Renzo Piano era quella di realizzare una “ragnatela” che fermasse i colori della luce, si traduce così in un gioco leggero e mutevole fatto di funi, teli, colori che non toccano la piazza, ma la ombreggiano e colorano.

I 12 triangoli colorati sono avvolgibili attorno a rulli motorizzati, con un meccanismo simile a quello della vela nautica. La motorizzazione consente varie possibilità, dall’apertura completa delle vele fino alla scomparsa totale. Un proiettore può eventualmente trasformare le vele in gradi schermi dove si possono leggere immagini e parole.

#6 Fonti di Rinagghiu

Attraversando il bosco di San Lorenzo o seguendo, anche in macchina, l’omonimo viale si arriva al grande spazio della Pischinaccia (così chiamata in quanto un tempo era una piana paludosa).

Sulla collina prospiciente l’ingresso un grande edificio, in posizione panoramica e circondato da un bel giardino, un tempo preventorio regionale antirubercolare, è attualmente sede del Liceo Artistico.

Un viale di recente realizzazione porta alle fonti diuretiche di Rinagghju, note dall’antichità non solo per le proprietà terapeutiche ma perché poste in un luogo ricco di frescura e di verde.

La fonte era nota anche al tempo dei romani come testimoniano alcuni resti archeologici più a monte, nel colle di Santa Chiara.

A monte delle fonti, dove ha sede il Centro Direzionale, inizia un viale panoramico detto di Curragghja (dalla collina a forma di corna). La collina fu investita il 28 luglio del 1983 da un violento incendio che provocò nove vittime tra i volontari e operatori forestali;un cippo ricorda la tragedia. Ai morti è stata dedicata una tomba monumentale nel cimitero cittadino.

#7 Viale Fonte Nuova

L’acquedotto fu impiantato a Tempio nel 1907. Prima il rifornimento dell’acqua era assicurato dai pozzi rionali e dalle fontane periferiche. Ai piedi del colle di San Lorenzo, allora aperta campagna, le portartici d’acqua attingevano ad una rustica fontana che aveva la sorgente sotto una roccia chiamata ancora oggi “Monti di lu passiziu” (roccia del poggiolo) per la sua somiglianza ad un ballatoio.

Deviata nel sottostante viale, accanto al Monumento dei Caduti, fu detta “Funtana Noa” dopo la sistemazione del sito voluta da un sindaco dell’Ottocento che si avvalse anche del lavoro dei detenuti del carcere della “Rotonda”. Il viale è stato ampliato e accorpato al parco noto come Bosco di San Lorenzo, così denominato dalla chiesetta ivi situata e dedicato al santo.

Nella parte inferiore del bosco furono rinvenute mole di tipo romano ed una lapide dedicata ad un soldato che militò “per nove anni” nella legione di stanza nei dintorni di “Gemellae”.

#8 Rione Misorro

E’ il rione che si estende nello spazio a valle della cattedrale ed è costituito da edifici appartenuti per lo più all’antica ed ormai estinta famiglia dei Misorro, ricchi imprenditori e proprietari terrieri.

Taluni edifici sono stati felicemente recuperati, altri versano in stato di abbandono ma conservano le caratteristiche esterne degli edifici aristocratici di un tempo.

#9 Monte Limbara

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#10 Nuraghe Majori

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#11 Gli Olivastri Millenari di Luras

Gli Olivastri di Luras vivono da migliaia di anni sulle colline nei pressi del Lago di Liscia. Sono veri e propri monumenti naturali: pensate che il più grande raggiunge un’altezza di 14 metri, una circonferenza di 12 metri e copre una superficie di circa 600 metri quadri…e si chiama il Grande Patriarca, il più vecchio ulivo d’Europa. Nel 1991 è stato dichiarato proprio “Monumento Naturale” e inserito nella lista dei “20 alberi secolari italiani”.

#12 Il Museo della Femina Agabbadòra di Luras

La Femina Agabbadòra era una figura un po’ controversa e misteriosa: era una donna che con un martello in legno d’olivo poneva fine alla sofferenza dei malati. Il Museo rappresenta un vero e proprio tuffo in una casa gallurese del passato accompagnati da un racconto che vi farà capire molte cose sulle tradizioni delle famigie galluresi.

#13 Il Lago Liscia

Il Lago Liscia è un lago artificiale tra i comuni di Luras, Sant’Antonio Gallura e Lugosanto ed è inserito in un contesto naturalistico incredibile e molto suggestivo. Un’escursione in battello, dopo aver visitato il Museo dell’Agabbadòra e gli olivastri millenari è un qualcosa che consigliamo assolutamente.

 

 

Bene, se verrai in Sardegna e deciderai di dormire a Tempio Pausania, contattami per vedere se è disponibile una camera nel mio B&B.

 

Ti aspetto,

Daniela