Tempio Pausania
Tempio Pausania (in gallurese Tèmpiu), è una città di circa 14.100 abitanti situata nel nord della Sardegna, nel cuore della regione storica della Gallura, ai piedi del Monte Limbara. Capoluogo (con Olbia) della Provincia di Olbia-Tempio è inoltre sede vescovile (Diocesi di Tempio-Ampurias) e di Tribunale.
La denominazione amministrativa “Pausania” venne aggiunta agli inizi del ‘900 ad indicare Phausiana, antico nome di Olbia, che fu la prima sede vescovile in Gallura, secondo alcuni, località medioevale sorta sui ruderi della Olbia romana o nelle sue immediate vicinanze (anche se al momento non vi sono evidenze storico-archeologiche che lo proverebbero).
Tempio Pausania è sede di Università (sede staccata dell’Università di Sassari con corsi di laurea della Facoltà di Farmacia in Tecniche erboristiche e Tossicologia degli inquinanti ambientali), scuole superiori, ospedale civile.
Ricca di verde e d’acque, si presenta con un carattere più montano di quanto non racconti la sua altitudine (566 m). Facilmente raggiungibile da Sassari, 67 Km di strada scorrevole che evita i centri abitati e da Olbia, 45 Km percorrendo la SS 127. Grazie alla sua altitudine, la città offre un clima ideale per chi desidera una vacanza tranquilla e riposante.
Cenni storici sulla città di Tempio Pausania
Nella preistoria il sito è abitato dal popolo dei nuraghi (alcuni resti sono tuttora inglobati nella città). Per gli antichi romani è forse la Mansio Gemellae, con sola importanza logistica. I bizantini poi non se ne curano più di tanto. Nel periodo dei Giudicati è Villa Templi, centro più importante del Giudicato. Subisce l’influenza ed il dominio dei pisani, il malgoverno degli aragonesi e degli spagnoli per quasi trecento anni, anche se è proprio in questi secoli che Tempio afferma il suo ruolo egemone sulla cultura e l’amministrazione del territorio. Nel 1720, dopo una breve parentesi austriaca, Tempio diviene Sabauda. Sotto i Savoia, ha un forte incremento della popolazione, dovuto anche all’immigrazione corsa. Diviene sede di prefettura, sede di Diocesi ed ha il titolo di città nel 1836. Crescono via via le industrie legate al sughero e all’estrazione del granito e cresce quindi anche il ceto borghese con i commercianti, gli avvocati e gli impiegati, consolidando la preminenza nel territorio.
Il 31 agosto 2006 con Delibera Statutaria del Consiglio Provinciale è stata attribuita la qualifica di capoluogo della Provincia di Olbia-Tempio sia ad Olbia (sede legale dell’Ente, della Presidenza, della Giunta Provinciale e del Consiglio Provinciale) che a Tempio Pausania (sede condivisa della Presidenza e del Consiglio Provinciale).
Oggi Tempio Pausania continua ad essere la “capitale morale” della Gallura nonostante debba dividere il titolo di capoluogo di provincia con la città di Olbia.
Da vedere, sapere, fare a Tempio Pausania
La città di Tempio Pausania ha dato i natali a numerosi personaggi illustri, come il tenore Bernardo Demuro, il teologo Abate Giovanni Maria Dettori, il tenore lirico Giovanni Manurita, il mezzo-soprano Giulietta Simionato, il giurista Antonio Azara, l’On. Paolo Dettori.
La città è famosa anche per la produzione di ottimi vini, come il Moscato ed il Vermentino e per le manifestazioni del carnevale.
Ai lati delle vie centrali, Corso Matteotti e via Roma, un dedalo di vie lastricate di granito e chiuse da palazzotti sei-settecenteschi a più piani, rigorosamente in granito, il cui grigiore e la cui severità è attenuata da graziosi balconi in ferro battuto.
Camminando per i vicoli, tra squarci suggestivi e stradine strette, vi capiterà di imbattervi improvvisamente in piccole chiese silenziose, oppure uscire da vicoli ombrosi e ritrovarsi in un’assolata Piazza Gallura, dove imponente sorge il Palazzo Comunale, o nella severa Piazza San Pietro dove s’affaccia la Cattedrale in stile aragonese, edificata nel Quattrocento di cui conserva ancora il campanile e il portale e rifatta poi nell’Ottocento. Adiacenti alla cattedrale gli oratori del Rosario e di Santa Croce dagli altari di legno policromo. Ai bordi del centro storico il bel viale alberato di Fonte Nuova, ritrovo della passeggiata estiva. Da qui la bella pineta di San Lorenzo con l’omonima chiesetta. La pineta quasi va a congiungersi con lo stupendo bosco delle Fonti di Rinaggiu, la cui acqua minerale e diuretica è molto nota sin dai tempi dei romani per i sui effetti benefici e curativi.
La Stazione Ferroviaria, ormai un pezzo di storia, poiché ospita antiche locomotive a vapore e la carrozza bauchiero del 1913.
Il territorio circostante conserva testimonianze dell’epoca nuragica, con i nuraghi Monti Pinna, Tanca Manna Izzana, Culbinu, Agnu e Majori.
Di estremo interesse naturalistico, il Monte Limbara, un complesso granitico che supera di poco i 1300 m. Il Limbara appare imponente e suggestivo, caratterizzato da cime rocciose modellate dagli agenti atmosferici che in millenni gli hanno conferito forme strane e bizzarre. La cima più alta è Punta Balistreri, che raggiunge i 1359 m. Si arriva percorrendo la SS 392 in direzione Oschiri.
Eventi importanti a Tempio Pausania
Il carnevale tempiese (lu carrasciali timpiesu)
Lu carrasciali timpiesu è il carnevale con sfilata di carri allegorici più famoso della Sardegna (ed anche quello più imitato), che attira una presenza media di circa 100.000 presenze nell’arco dei sei giorni di festeggiamenti.
La festa mascherata di canti e balli in costumi stravaganti si svolge a Tempio Pausania lungo le vie del centro storico della città ed ha un tradizione plurisecolare. Ha sempre coinvolto tutta la popolazione di ogni ceto (viene citata nel 1700 dal sacerdote Pietro Molinas che scrive in gallurese Suzzedi a lu carrasciali, una caresima pronta, undi si paca e si sconta, l’alligria generali, e l’omu chi godi abali, dumani è in calamitai). E’ dal 1960 che ha inizio la consuetudine della sfilata dei carri di cartapesta (sul modello del carnevale di Viareggio).
Chiude la sfilata la maschera di re Giorgio (in origine un fantoccio chiamato Ghjolghju Puntogliu), che rappresenta il potere seduto sul trono, circondato e adulato per sei giorni dalla sua corte e dagli ambasciatori e di cui si celebrano le nozze con la formosa popolana Mannena. Tra le antiche figure tradizionali in maschera si cita lu Traicogghju, spirito che si trascina pelli di bue o di cavallo, catene e paioli, arcaica sintesi tra figura animalesca e maschera demoniaca (come i Mamuthones e Su Maimulu, altre maschere sarde). La Réula, schiera dei morti, e lu Linzolu Cupaltatu, figura femminile avvolta in un lenzuolo e per questo irriconoscibile e disinibita (sotto le cui spoglie può però anche rivelarsi un uomo…). Tra le figure estemporanee si citano alcuni personaggi che hanno fatto la storia del carnevale come “Garaoni”, “Sgiubbì” o “Pippinu Mazzittoni”.
Durante le sfilate, in cui partecipano gruppi ospiti, sbandieratori e majorettes, vengono distribuite le frittelle (li frisgioli longhi) possibilmente fritte nell’olio di lentischio (òciu listincu) e il Moscato di Tempio.
Festeggiamenti a cavallo
I festeggiamenti del carnevale, durante il quale si svolgeva anche un palio di abilità a cavallo (lu palu di la frisgiola, di antica origine, nel quale i cavalieri devono afferrare al galoppo una frittella posta a notevole altezza). Si concludono la sera di martedì grasso con il processo di sua maestà re Giorgio per tutte le colpe e i problemi di Tempio Pausania e della Gallura e la sua condanna al rogo sulla pubblica piazza mentre i giullari gridano Ghjogliu meu! Ghjogliu meu!, lu mé fiddòlu bonu ch’eri tu! ohi! ohi! Moltu è carrasciali! Carrasciali è moltu! in una festa ironica e irriverente. Tutta Tempio festeggia in questi sei giorni in cui si svolgono ben quattro sfilate:
- la prima il giovedì grasso;
- la seconda la domenica;
- la terza il lunedì (sfilata dei bambini);
- l’ultima il martedì grasso.
La notte nei locali della città si susseguono maratone di ballo e veglioni mascherati. La macchina organizzativa del carnevale e della sfilata coinvolge diverse migliaia di persone.
Monumenti e luoghi d’interesse
- Centro storico della città in blocchi di granito grigio (prevalentemente settecentesco); degni di nota corso Matteotti, via Roma (Carrera Longa, Lu Runzatu, Lu Pultali), piazza d’Italia (piazza di l’Ara), Parco delle Rimembranze, Fonte Nuova (Funtana Noa) e Parco di San Lorenzo, via Mannu (ex via dei Nobili o dei Cavalieri o del Macello) e piazza Fabrizio De André;
- Nuraghe Maiori (Naracu Maiori), SS133 per Palau, a due coni con struttura granitica, risalente al 1400 a.C. presenta una tipologia mista tra l’impianto dei nuraghe a corridoio e di quelli a tholos con corridoio centrale e camere binate;
- Nuraghe Polcu (Naracu Polcu), SS133 per Palau, uno dei rari esempi di nuraghe a tholos in Gallura;
- Resti della residenza attribuita al giudice Nino Visconti di Gallura (1200), menzionato nell’ottavo canto della Divina Commedia, inglobati in un modesto fabbricato, via Nino di Gallura;
- Chiesa di Santa Croce di impianto medioevale (1200 circa) con volta a botte in mattoni ottocentesca; già sede della confraternita della Santa Croce; via Roma angolo piazza San Pietro;
- Cattedrale di San Pietro (Santu Petru), di origine due-trecentesca (consacrata nel 1219) ma notevolmente ampliata nel 1832/39 in stile barocco genovese da Gian Domenico Canti, a navata unica absidata con cappelle laterali, imponente prospetto principale lungo la facciata laterale e campanile quattrocentesco aragonese (sopraelevato nel 1822), arco verso la casa parrocchiale (1827); divenuta collegiata con bolla di Gregorio XV Sacri Apostolatus, venne eretta in Cattedrale dal papa Gregorio XVI con bolla Quamvis aequum del 1839; All’interno affresco “San Pietro” (1907) di Mario Paglietti; piazza San Pietro;
- Oratorio del Rosario (XIII-XIV secolo) anch’essa di origine trecentesca con interessante facciata gotico-aragonese in granito e altare ligneo all’interno, insiste nel luogo in cui si voleva sorgesse l’antico luogo di culto prima pagano e poi romano che ha probabilmente dato nome alla città (Templum); sulla facciata due statuette che hanno sostituito le originali raffigurazioni attribuite a Castore e Polluce del periodo romano (che il parroco don Grimaldi cedette al professor Cannas) e che sono presumibilmente all’origine degli antichi toponimi “Gemellae” e “Gemini”; Piazza san Pietro;
- Chiesa di San Francesco (Santu Franciscu), costruita tra il 1543 e il 1548 con impianto rinascimentale (la più antica testimonianza in Sardegna) a navata unica con volta a botte e 4 cappelle per lato, già annessa al convento dei frati minori osservanti (successivamente riconvertito prima in carcere, poi parzialmente demolito, in ospedale e quindi in scuola superiore); Vi venivano sepolti i nobili di Tempio, tra cui don Gavino Pes; Circonvallazione San Francesco;
- Il Palazzo Antico Seminario Pes di Villamarina; prima residenza della famiglia nobiliare tempiese dei Pes marchesi di Villamarina venne gradualmente ceduto alla Diocesi tra il 1804 e il 1933; fu sede del Vescovo e del Seminario Vescovile fino al 1966; oggi sede di uffici della curia vescovile e del Museo diocesano “Museum Templense”; piazza Gallura;
- Il Palazzo Pes di Villamarina (XVII secolo), appartenne alla famiglia Pes (oggi sede di uffici regionali e degli organi della Provincia di Olbia-Tempio); piazza Brigata Sassari;
- Il Palazzo degli Scolopi, adiacente la piazza del Carmine. Convento risalente nel suo primo nucleo alla seconda metà del XVII secolo, fu ampliato con corte porticata a crociera e sopraelevato tra gli anni venti e quaranta dell’Ottocento su progetto redatto il 20 dicembre 1821 dell’ingegnere Marco Antonio Baffigo. Oggi è sede della Biblioteca comunale;
- Il Palazzo Pes in “via dei Nobili”, che riporta sulla facciata lo stemma gentilizio della famiglia Pes (il piede scalzo); via Mannu;
- Chiesa di Sant’Antonio (Sant’Antoni) (1657), seicentesca ma ampliata nel 1788;
- Oratorio del Purgatorio (Lu Pulgatoriu) (1679), fatta erigere in epoca spagnola dal nobile possidente Jaime Misorro ad espiazione dei gravi crimini commessi, piazza Purgatorio;
- Carceri “La Rotonda” (1845), tipologia carceraria ottocentesca a pianta circolare con cortile interno, probabilmente su progetto dell’ingegnere Enrico Marchesi, autore anche delle analoghe demolite vecchie carceri di Nuoro (La Rotonda) e del piano di ampliamento e abbellimento di Sassari;
e ancora…
- Il Palazzo municipale (1882) dell’architetto F.M. Cabella, realizzato sul luogo dell’antico convento delle Monache Cappucchine (di cui è visibile parte della sagoma sulla pavimentazione della piazza), piazza Gallura;
- Antico carcere (fatto edificare nel 1663 dal viceré Condè d’Altamira e demolito nel 1883/1884), successivamente adibito a Mercato; oggi ospita l’Ufficio turistico comunale; piazza Mercato;
- Il Palazzo Sanguinetti (primi del Novecento), già di proprietà di una famiglia di armatori genovesi, presenta una elegante facciata neoclassica in granito; i soffitti sono decorati con affreschi di Mario Paglietti; via Roma;
- Teatro del Carmine (1928-1929) dell’architetto Aldo Faconti in stile liberty sulla tipologia del teatro all’italiana ottocentesco e recentemente restaurato, sul luogo in cui sorgeva la chiesa annessa al convento degli Scolopi; piazza del Carmine;
- Stazione ferroviaria (1930/33), attribuita all’ing. Maroni o all’ing. Emilio Olivieri, architettura liberty particolarmente curata nei materiali (granito, mattone e intonaco) e nelle decorazioni di gusto decò, con dipinti di Giuseppe Biasi (1931/32) nell’atrio e nella sala di aspetto e nelle ex Officine Ferroviarie il Museo delle Ferrovie con esposte locomotive a vapore;
- Caserma Francesco Fadda (1913/33), sorta nel 1913 come grande stabilimento per la lavorazione del sughero della “Società Romana Sughero” (la Frabbica Noa), chiuso nel 1924, dal 1933 diviene la sede del 59º Reggimento fanteria “Calabria”; il complesso è oggi in corso di ristrutturazione come sede della cittadella degli uffici finanziari; via Olbia;
- Scuole elementari “vecchio caseggiato” o “scolastico” (dal 1910 al 1917), tra via Angioj e piazza della Libertà, di fronte al parco delle Rimembranze;
- Chiesa di San Giuseppe (dal 1950 al 1998) con annesso Comprensorio antitubercolare, dell’ing. Giovanni Antonio Sechi, opera eclettica in granito su un contesto unitario ai margini della città, influenzata dall’architetto Muzio e con alto campanile (37 metri) che rievoca quello di San Marco a Venezia; piazza San Giuseppe, via Fiume;
- Scuole elementari di San Giuseppe (dal 1956, modificato nel 1977), dell’architetto Giovanni Andrea Cannas, in granito con lungo porticato (successivamente modificato).
- Fonti di Rinagghju, nella parte alta della città, immerse in un parco e con annesso stabilimento idropinico; via delle fonti;
- Monte Limbara (1359 m), a 16 km a sud della città, raggiungibile dalla SS per Oschiri.
- Progetto per il “Sala-una International Conference Resort” (2004) per la Fondazione Forum 2001, nei pressi del monte Limbara, dell’architetto irano-americano Michele Saee.
- Le chiese di Nostra Signora del Pilar, San Gavino, San Lorenzo e l’Immacolata Concezione.
Da Wikipedia: Tempio_Pausania
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